Vizio di forma
California, inizio anni Settanta. Doc Sportello, investigatore privato con una passione smodata per le droghe e il surf, viene contattato da una vecchia fiamma, Shasta, che gli rivela l’esistenza di un complotto per rapire il suo nuovo amante, un costruttore miliardario. L’investigatore non fa neanche in tempo ad avviare le sue indagini che si ritrova arrestato per l’omicidio di una delle guardie del corpo del costruttore, il quale è intanto sparito, come pure Shasta. Sembrano le premesse del più classico dei noir, ma ben presto le coincidenze piú strane si accumulano e il mistero si allarga a macchia di leopardo. Doc inciampa così in collezioni di cravatte con donnine discinte, in falsi biglietti da venti dollari con il ritratto di Richard Nixon, in un’associazione di dentisti assassini nota come Zanna d’Oro, che è però anche il nome di un sedicente cartello indocinese dedito al traffico di eroina.
Sfondo del film e del romanzo omonimo di Thomas Pynchon sono gli anni di Nixon nella California di Reagan, del Vietnam e del Black Power; di una generazione che ha confusamente cercato di cambiare le cose, ma che ha perso non solo a causa di un nemico fortissimo in grado di attirare a se le maggioranze a colpi di facili illusioni, ma anche perché era priva di proposte più generali e di capacità organizzative. Alla fine del decennio nacque un cinema di sconfitta, d’insicurezza e di paura e naturalmente il genere cinematografico che meglio seppe narrare quelle sensazioni fu un poliziesco di immediate venature allegoriche e metaforiche, un noir, a cui Anderson, come lo stesso Pynchon, si rifà esplicitamente.
Martedì 17 novembre, ore 21.30
ingresso 3 euro