Una bibita mescolata alla sete. Internazionale situazionista
Marelli, Gianfranco
Il testo – suddiviso in tre parti – ripercorre l’avventura teorico/pratica dell’Internazionale Situazionista (1957-1972) attraverso l’analisi del contesto storico in cui si è sviluppata la critica situazionista all’alienazione prodotta dallo spettacolo della merce in una società dell’abbondanza che ha trasformato il consumo della merce in un canovaccio in cui ciascuno recita il proprio ruolo dettato dal benessere a lui consentito come unica fonte di felicità.
Nella prima parte, “Una bibita mescolata alla sete”, l’analisi si concentra sull’età del cambiamento – ossia l’età d’oro del capitalismo riformato (1947-1973) – che nel secondo dopoguerra ha modificato e, in alcuni momenti, travolto i valori culturali, morali, comportamentali di un’estesa categoria sociologica [la gioventù] non più circoscrivibile né entro la semplice età anagrafica, né contenuta tra i rigidi steccati dell’appartenenza sociale. In tale tempra, l’Internazionale Situazionista sembrò assumere il ruolo di una nuova e fresca bibita in grado di placare – ma non soddisfare del tutto – la sete di giustizia, uguaglianza, libertà, bellezza, felicità che il progresso tecnologico e lo sviluppo economico suscitava all’interno di un cambiamento imposto dalle regole di controllo del sistema capitalistico. In tal modo l’aver accettato la posta in gioco del cambiamento, ha spinto l’I.S. a gareggiare con il sistema capitalista al fine di rompere le regole di controllo e di addomesticamento del progresso tecnologico e dello sviluppo economico, proponendo una nuova idea di felicità centrata sulla costruzione di situazioni dove “vivere senza tempi morti e gioire senza ostacoli” sia il preludio di una nuova civiltà non più basata sullo scambio economico, bensì sul dono.
La seconda parte, “Il ciclo vitale di un’avanguardia”, nel cogliere gli elementi artistici e filosofici che hanno caratterizzato l’operato dell’I.S. all’interno del milieu gauchiste, ripercorre le tappe evolutive dell’organizzazione situazionista dai suoi prodromi sino al suo epilogo attraverso una disamina dei documenti pubblicati dall’omonima rivista, della corrispondenza fra i membri dell’organizzazione e i gruppi/movimenti/personalità ad essa collegati, degli archivi dell’I.S., delle Conferenze promosse e degli scandali orchestrati nelle gallerie d’arte come nelle università, dai quali poter evincere non tanto l’originalità del movimento, quanto piuttosto la sua contemporaneità, nel senso di esser stato al passo coi tempi della trasformazione economica, scientifica, tecnologica e di costume in atto nella società dell’opulenza che ha contraddistinto i Paesi occidentali durante la seconda metà del Novecento.
La terza e ultima parte del presente lavoro consta di un “Glossario di architettura e urbanistica situazionista”, in cui sono esposti i concetti e gli aspetti nodali del pensiero situazionista così come si è formato e trasformato nel corso del tempo. Ciascuna VOCE rappresenta un momento fugace, ma essenziale, della sperimentazione fattiva dei protagonisti di un’avventura iniziata nei primi anni ’50 del secolo scorso (quando la modificazione radicale dell’ambiente era ancora acerba) tesa a contrastare il dominio assoluto del capitalismo sullo spazio/tempo della vita quotidiana attraverso la pianificazione del territorio urbano. Tutto ciò si è concretizzato in una critica della GEOGRAFIA UMANA come metodo e prassi per una RIVOLUZIONE SOCIALE in cui gli individui e le comunità – per dirla con Guy Debord – possano finalmente «costruire le località e gli avvenimenti corrispondenti all’appropriazione, non più soltanto del lavoro, ma della loro storia totale».
dal sito della casa editrice BFS
casa-editrice: BFSanno: 2015
isbn: 9788889413739
euro: 12,00