tutta la verità – totu sa beridadi
storia di un sequestro
L’autore, nato ad Arzana in provincia di Nuoro, ripercorre la sua vita dal tempo in cui era pastore, sui monti dell’Ogliastra, poi le vicende dei sequestri e i lunghi anni di carcere. Condannato la prima volta per il sequestro Bussi, per il quale si è sempre dichiarato estraneo, scappa dall’isola di Ustica dov’era recluso e durante la latitanza sequestra l’industriale bolognese Gazzotti. Qui la vicenda si complica. Il figlio di Gazzotti prima di pagare il riscatto chiede di vedere il padre e porta con sè una pistola. I due uomini tentano la fuga sparando contro il carceriere Trudu che rimane gravemente ferito, ma risponde al fuoco e colpisce alla testa il rapito che morirà di lì a poco in ospedale. Trudu dopo più interventi chirurgici si salva e da qui si trasforma da carceriere a recluso. E racconta decenni passati nelle prigioni fra la Sardegna e “il continente”, in quel regime “eccezionale” e parallelo che fa di 1.200 persone nella sua condizione quelli “della morte viva”, perché non collaboratori di giustizia condannati all’ergastolo ostativo. Trudu ripercorre il film della sua vita con una scrittura puntigliosa e forte, come la natura e i monti sui quali è cresciuto, piena di echi della sua lingua. Della sua vicenda non risparmia niente, né a sé né agli altri. Tessuti nella narrazione, i disegni che illustrano alcune tappe della vicenda, autore lo stesso Trudu che in carcere si è diplomato in Istituto d’Arte. ‘Totu sa beridadi’ apre uno squarcio sulla storia, ancora piena di ombre, della Sardegna dei sequestri, il processo all’Anonima che tanto ha occupato le cronache a cavallo degli anni ’70 e ’80, e la figura del “giudice sceriffo”, il giudice Lombardini, suicidatosi dopo l’inchiesta aperta dalla magistratura su sue presunte poco chiare iniziative. Il libro è anche un atto d’accusa: “Ritengo che le vittime di questa faccenda – scrive Trudu – non siano soltanto i sequestrati. Pure io e i miei familiari siamo vittime di un stato che dovrebbe fare giustizia e non vendetta. Da trentacinque anni anche io sono sequestrato e senza alcuna prospettiva di uscirne vivo”.
Venerdì 15 gennaio, ore 18.30, presentazione del libro con Francesca De Carolis