Totem e tabu’
Freud, Sigmund
Nelle tribú australiane (e il fenomeno è analogo presso tutti i popoli primitivi) “totem” è l’animale sacro, il progenitore e lo spirito protettore del clan. Ucciderlo è delitto gravissimo: è “tabú”. Tuttavia il tabú non ha per oggetto il solo totem. Esso si estende anche alle donne, che non possono avere rapporti sessuali con membri dello stesso clan (esogamia); difende con una cortina invisibile i re, i sacerdoti, i morti… Nella civiltà moderna il corrispettivo di questo atteggiamento sono le fobie, presenti in particolare nelle nevrosi ossessive, anch’esse circondate da un complesso cerimoniale che è frutto di coazione. Freud aveva appreso attraverso casi celebri, come quelli del “piccolo Hans” e del “piccolo Àrpàd”, qual è il significato inconscio degli animali nella psiche infantile. Nella psiche del primitivo, il totem ricopre un ruolo analogo: è l’immagine del padre, centro di sentimenti ambivalenti di odio e di amore. Come oggetto di venerazione, il totem restituisce al padre l’affetto dei figli, mentre il tabú lo difende dai loro impulsi aggressivi.
Nel compiere a ritroso il cammino che dal totemismo sfocia nella religione, Freud s’imbatte una volta ancora nelle due figure centrali del complesso edipico: il padre, amato e insieme pericoloso concorrente nell’affetto della madre, e quest’ultima, oggetto di una passione filiale che si pone come esclusiva. In questo senso Freud poté dire che la religione – indagata con costante interesse di irreligioso, come osserva acutamente Kerényi nel saggio introduttivo scritto appositamente per questa edizione – è “qualcosa che appartiene al figlio”.
dalla quarta di copertina
casa-editrice: Bollati Boringhierianno: 1985
isbn: 88-339-0048-7
euro: 15,00