memorie di un rivoluzionario
Kropotkin, Pëtr
“Educato in una famiglia di possessori di servi, come tutti i giovani del mio tempo fui abituato alla necessità di comandare, rimproverare, punire. Ma quando al principio della mia carriera dovetti dirigere imprese importanti e trattare con gli uomini, quando ogni errore avrebbe potuto avere serie conseguenze, incominciai ad apprezzare tutta la differenza che vi è fra l’azione fondata sull’autorita’ e la disciplina e quella fondata sul principio del mutuo accordo.
La prima dà ottimi risultati in una parata militare, ma non vale niente quando si tratta della vita reale e quando lo scopo può solo essere raggiunto per mezzo dello sforzo costante di molte volontà convergenti. Benché allora non formulassi le mie osservazioni nei termini della lotta politica, posso dire però che in Siberia persi tutta la fiducia che avevo avuto fino a quel momento nella disciplina dello Stato. Ero già pronto a diventare un anarchico…
…La schiavitù volgeva allora alla fine. È storia recente, pare solo ieri, eppure anche in Russia pochi si rendono conto di ciò che era la schiavitù. Si ha generalmente una vaga idea delle pessime condizioni che portava con sé, ma l’effetto morale e intellettuale che essa esercitava sulla persona umana è solo intraveduto. È davvero stupefacente osservare la rapidità con cui si dimentica una istituzione sociale e le sue conseguenze quando esse cessano di esistere, e quanto breve tempo sia necessario poi per mutare gli uomini e le cose.”
Dalla quarta di copertina
casa-editrice: Immanenzaanno: 2016
isbn: 9788898926657
euro: 18,00