La rivoluzione sconosciuta

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Dalla prefazione – marzo 1976

“La rivoluzione sconosciuta” vede la luce per la necessità di offrire finalmente al lettore italiano la prima versione integrale.

L’opera si presenta da sé. Il lettore non prevenuto troverà in essa il drammatico epilogo di un dibattito iniziato organicamente nella Prima Internazionale: lo scontro tra marxisti ed anarchici nella Rivoluzione russa si sposta dalla teoria alla pratica delle realizzazioni rivoluzionarie. La polemica teorica diventa scontro armato. Scontro armato preparato e consumato fino in fondo da Lenin e Trotzki contro dei rivoluzionari colpevoli di aver voluto trasferire nella pratica gli insegnamenti federalisti e libertari che pian piano i Consigli dei Lavoratori russi stavano assumendo quale forma diretta di gestione della società.

Il massacro dei rivoluzionari che ne seguì, opera veramente allucinante di invasati dittatori, costituisce ad un tempo la vergogna più grande del marxismo e la sua definitiva condanna come teoria rivoluzionaria. Le previsioni di Bakunin sugli sbocchi di una rivoluzione autoritaria condotta e gestita sui presupposti del centralismo purtroppo nella Rivoluzione russa trovano piena conferma. Lo Stato, anche se si autodefinisce proletario, è sempre, per sua natura, uno strumento repressivo. All’ombra di questo, nascono e prosperano nuove classi egemoni e privilegiate.

Così è smentita l’affermazione marxiana secondo cui le modificazioni strutturali siano sufficienti a garantire la scomparsa delle classi sociali, mentre da un lato viene confermata l’analisi bakuniniana per la quale è lo Stato stesso il potere politico che continuamente, se non abbattuto quando si può e subito, ricrea il privilegio per nuove classi sociali che vengono alimentate dallo stesso potere statale e che in lui si annidano e prosperano. Il centralismo, anche in economia, è più congeniale ad un sistema che si fonda sullo sfruttamento che ad uno tendente alla costruzione di una società egualitaria. In definitiva, lo scontro tra autorità e libertà, tra centralismo e federalismo, tra competizione e solidarietà in una, lo scontro tra marxismo ed anarchismo nella Rivoluzione russa ha seguito sì, nel rapporto di forza sul campo di battaglia, l’insuccesso dell’anarchismo militante, ma con esso la sconfitta della rivoluzione sociale, la sconfitta, ancora una volta, degli sfruttati e degli oppressi.

Questo libro, con la sua vasta documentazione sugli avvenimenti descritti, testimonia ampiamente tutto ciò. E testimonia anche di quanta ignoranza, superficialità, presunzione e demagogia è tuttora intriso il movimento “rivoluzionario” contemporaneo, il quale, riproponendo ancora una volta al mondo degli sfruttati strategie e tattiche di lotta ormai ampiamente dimostratesi controrivoluzionarie, ingannatrici e repressive (tipo dittatura del proletariato, presa del potere, eccetera), in realtà prepara per esso nuove sconfitte, nuovi lutti, nuove purghe. (Altri libri sull’anarchismo)

casa-editrice: Edizioni anarchiche rivoluzionarie "Insurrezione"
anno: 2010
euro: 25,00