Fu il mio cuore a prendere il pugnale
Vagnarelli, Gianluca
Il 24 giugno 1894 il Presidente della Repubblica francese Marie François Sadi Carnot, giunto a Lione in visita ufficiale, è pugnalato a morte dall’anarchico italiano Santo Caserio. La Francia intera si ferma, il governo proclama trenta giorni di lutto nazionale, agli imponenti funerali del capo di Stato partecipano due milioni di persone, più di quelle che nel 1885 avevano accompagnato il feretro di Victor Hugo verso il Pantheon. L’opinione pubblica è scossa e indignata dal delitto e chiede che si agisca con decisione contro gli anarchici.
In questo scenario la medicina e l’antropologia criminale saranno chiamate a delineare un’eziologia dell’illegalismo figlio della «propaganda col fatto». Essa assumerà le forme della bestializzazione e psichiatrizzazione dell’«anarchico delinquente». Se la giustizia provvederà a condannare a morte l’assassino riaffermando così il proprio ruolo repressivo, ad essa si affiancherà un potere extralegale e complementare a quello dei tribunali cui spetterà il compito di stigmatizzare e de-politicizzare il reo ed il suo delitto. È tale penalità “addolcita” e supplementare, con al suo centro non il giudizio di colpevolezza ma l’apprezzamento della “normalità”, ad essere oggetto di questo studio.
casa-editrice: Zero in Condottaanno: 2013
isbn: 9788895950334
euro: 10,00