Libreria Anomalia

In una società che tende a somigliare ad un sistema informatico regolato da un codice che non ammette deviazioni, ogni forma di pensiero autonomo rischia un processo coercitivo di correzione volto a limitare l’imprevisto, il diverso, l’umano. Mantenendo la metafora, i bug, le anomalie che contrastano con le modalità di funzionamento previste per l’intera macchina, sono elementi di resistenza. Emcee O’Zi resiste al debug (titolo dell’ultimo lavoro) con la sua musica, un hip hop in cui la critica sociale passa attraverso un sentire personale che, lungi dal comportare autoreferenzialità, aggiunge potenza e autenticità al messaggio. A questo risultato contribuisce anche la scelta del dialetto napoletano come mezzo espressivo. Utilizzando la lingua del suo vissuto quotidiano, Emcee O’Zi dà vita a testi in cui colpisce la sincerità e la totale assenza di artificio. Il dialetto, inoltre, non è indice di chiusura in un progetto nel quale è evidente la forte volontà di comunicare e far riflettere, andando oltre l’aspetto legato al mero intrattenimento. Così, nei suoi brani, l’artista ci parla di disoccupazione e emarginazione, dell’arrivismo e della competitività senza scrupoli che inquinano l’anima di chi lavora nelle multinazionali, del volto nascosto dietro al perbenismo ipocrita di alcuni elementi della società. Individua le radici del malessere odierno nell’indifferenza figlia di un falso benessere passato, come quello della Napoli anni ’80, concentrata sui successi di Maradona e Pino Daniele anziché sulla corruzione dilagante. Pone anche l’accento, con grande ironia, sulla chiusura mentale di alcuni ambienti culturali come quello dell’accademia musicale. Numerosissime le citazioni letterarie e cinematografiche: da Edgar Allan Poe a Matrix, dall’horror anni ’70 al manga giapponese. Il lavoro di Emcee O’Zi mostra una meticolosa cura del dettaglio a livello di produzione e una grande raffinatezza nella ricerca dei riferimenti musicali.

sabato 7 maggio, ore 22.00

ingresso a sottoscrizione libera