Critica della proprieta’ e dello stato
“Essere governato significa essere guardato a vista, ispezionato, spiato, diretto, legiferato, regolamentato, incasellato, indottrinato, catechizzato, controllato, stimato, valutato, censurato, comandato da parte di esseri che non hanno né il titolo, né la scienza, né la virtù. Essere governato vuol dire essere, a ogni azione, a ogni transazione, a ogni movimento, quotato, riformato, raddrizzato, corretto…”
Proudhon, noto per alcune espressioni icastiche come “la proprietà è un furto”, è stato il primo pensatore sociale a definirsi anarchico. La sua opera, un peculiare intreccio di riflessione iconoclastica e vis polemica, attesta la nascita storica di una visione coerentemente libertaria dell’individuo e della società. Questa scelta antologica, articolata per temi, propone alcuni brani essenziali ripresi da una produzione teorica vastissima e talvolta contraddittoria. Ne viene fuori una lettura anarchica del pensiero proudhoniano che ne identifica gli elementi forti, di stimolo alla riflessione attuale: il federalismo, l’autogestione, la dialettica irrisolta degli opposti, il pluralismo metodologico e progettuale.
Pierre-Joseph Proudhon (Besançon, 1809 – Passy, 1865), interlocutore/antagonista di Marx, polemista instancabile ed erudito autodidatta, è autore di scritti fondamentali per il pensiero politico contemporaneo come Che cos’è la proprietà?
Giampietro N. Berti (Bassano del Grappa, 1943) insegna Storia contemporanea nell’Università di Padova. Presso Elèuthera ha pubblicato Un’idea esagerata di libertà (2006) e curato le antologie di Proudhon, Kropotkin, Bakunin, Malatesta.
anno: 2010
isbn: 9788889490747
euro: 14,00