Andrea Caffi, un socialista libertario: atti del Convegno (Bologna, 7 novembre 1993)

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Andrea Caffi (Pietroburgo 1887 – Parigi 1955) è sicuramente una delle figure più affascinanti, ma anche più ingiustamente trascurate e dimenticate, del movimento socialista italiano ed europeo del Novecento. Cospiratore nella Russia zarista, studente universitario a Berlino, in contatto con l’avanguardia artistica e letteraria nella Parigi di inizio secolo, testimone critico della creazione del nuovo regime sovietico nella Russia della rivoluzione, attivo nella lotta antifascista in Francia negli anni fra le due guerre, catturato e torturato dalla Gestapo per il suo impegno nella Resistenza, Caffi è stato partecipe di tutti gli eventi della prima metà del secolo. Intellettuale brillante e coltissimo, amico tra gli altri di Antonio Banfi, Giuseppe Prezzolini, Giuseppe Ungaretti, Alberto Moravia, Gaetano Salvemini, Carlo Rosselli, Nicola Chiaromonte, Angelo Tasca, Abert Camus, con il suo pensiero originale e penetrante ha influenzato in modo significativo diversi protagonisti del mondo della politica e della cultura. Per le sue riflessioni illuminanti su temi come la moderna cultura di massa, la critica della violenza, i rischi della burocratizzazione e della tecnica, l’importanza del mito e della mitologia è stato definito “il Walter Benjamin italiano”. Critico acuto sia del bolscevismo che della socialdemocrazia, Caffi ha saputo elaborare un socialismo di marcata impronta libertaria che si presenta a noi oggi con una sconcertante attualità.

casa-editrice: BFS
anno: 1996
isbn: 9788886389228
euro: 13,00