Lo sgombero di Torre Maura Occupata
“Il sole splendeva chiaro in mezzo al cielo, riscaldando la terra che partoriva. Dal suo fianco fecondo nasceva la vita […]. In ogni angolo dei granelli si gonfiavano, si allungavano, screpolavano il suolo, presi da un bisogno di calore e di luce”.
(Emile Zola, Germinal)
In un clima di guerra-senza-fine, minacciata o belligerata che sia, la direzione autoritaria e centralizzatrice imposta alla società, si legittima con interventi repressivi e progressive chiusure di luoghi di critica.
Lo sgombero di Torre Maura Occupata, avvenuto lo scorso 7 maggio, rientra nel disegno di “forzosa” pacificazione sociale perseguito attraverso il democratico annientamento di quel dissenso che nel territorio urbano ancora si produce.
La rassicurante narrazione (dalla prospettiva del potere) del “ripristino della legalità e della restituzione di uno spazio al quartiere”, nel falsificare la realtà, rivela il carattere autoreferenziale, e per questo ancor più pericoloso e incontrollato, della politica che pretende di governarci. Rifiutare questa narrazione significa smascherare l’ipocrisia di chi proclama il valore assoluto della pace foraggiando i mercanti di armi, di chi esalta la sacralità della vita cannibalizzando la sanità pubblica, di chi sostiene la dignità del lavoro speculando su ogni operaio morto, di chi sventola bandiere ecologiste salendo sullo yacht dell’imprenditore più spregiudicato…
Nel ribadire la nostra vicinanza a chi nel corso degli anni ha vissuto e reso feconda l’esperienza di Torre Maura Occupata, affermiamo la certezza che il suo lungo percorso non si fermerà dinanzi a quattro mattoni di tufo.
La vicenda trentennale di uno spazio anarchico, la sua storia conflittuale, il suo procedere ostinato, scardineranno ingressi sigillati, abbatteranno vecchi e nuovi muri.
L’energia riversata in questa strada, la forza delle relazioni che ha prodotto, la profondità del sapere che ha contribuito a diffondere, non saranno mai costretti nel misero linguaggio del potere, continueranno a sprigionarsi, moltiplicando libertà.