L’invenzione della specie
In “L’invenzione della specie. Sovvertire la norma, divenire mostri” Massimo Filippi decostruisce la categoria di “specie”.
La tesi del libro è che ciò che costituisce la descrizione dell’identità della nostra specie differenziandola dagli animali non è una narrazione neutra, ma una decisione normativa. Da un lato l'”Uomo” si presuppone che sia maschio, bianco, eterosessuale, adulto, normale, sano, proprietario e carnivoro; dall’altro l'”Animale” si dà per scontato che sia l’insieme dei corpi che non contano.
L’opposizione all’antropocentrismo si declina, in questo libro, nella rimessa in discussione dell’idea che la specie sia qualcosa di ontologicamente definito una volta per tutte, per collocarsi invece nella faglia di vita im/trans/personale che percorre, fragile e gioiosa, il vivente in ogni sua determinazione.
Massimo Filippi, professore ordinario di Neurologia presso l’Università “Vita e Salute” di Milano, si occupa da anni della questione animale da un punto di vista filosofico e politico. Ha pubblicato Ai confini dell’umano. Gli animali e la morte (ombre corte, 2010), I margini dei diritti animali (Ortica, 2011), Natura infranta (Ortica, 2013), Crimini in tempo di pace. La questione animale e l’ideologia del dominio (con F. Trasatti, Elèuthera, 2013), Penne e pellicole. Gli animali, la letteratura e il cinema (con E. Maggio, Mimesis, 2014).
Lunedì 29 maggio, ore 18.00