Salò o le 120 giornate di sodoma
Salò o le 120 giornate di Sodoma (1975) è l’ultimo film scritto e diretto da Pier Paolo Pasolini. Avrebbe dovuto essere il primo lungometraggio di una seconda trilogia di film considerata idealmente come la Trilogia della morte, successiva alla Trilogia della vita. L’idea di base s’ispira al libro del marchese Donatien Alphonse François De Sade Le centoventi giornate di Sodoma[1] e il film presenta riferimenti incrociati con l’extratesto dell’Inferno di Dante, tra l’altro presenti nello stesso De Sade.
Il film è suddiviso in quattro parti, i cui titoli si rifanno in parte alla geografia dantesca dell’Inferno: Antinferno, Girone delle Manie, Girone della Merda e Girone del Sangue. I tre “Gironi” in particolare richiamano la suddivisione dantesca del Cerchio dei Violenti.
Quattro Signori, rappresentanti dei poteri della Repubblica Sociale Italiana, il Duca (potere di casta), il Vescovo (potere ecclesiastico), il Presidente della Corte d’Appello (potere giudiziario), e il Presidente della Banca Centrale (potere economico), incaricano le SS e i soldati repubblichini di rapire un gruppo di ragazzi e ragazze di famiglia partigiana o antifascista; dopo una severa selezione, si chiudono con loro in una villa di campagna, arredata con capolavori d’arte moderna e presidiata da un manipolo di soldati nazifascisti. Con l’aiuto di Quattro Megere ex meretrici di bordello, instaurano per centoventi giornate una dittatura sessuale regolamentata da un puntiglioso Codice, che impone ai ragazzi assoluta e cieca obbedienza, pena la morte. Le Megere (tre narratrici e una pianista) guideranno le giornate raccontando le proprie specialità sessuali nella Sala delle Orge. Nell’Antinferno i Signori sottoscrivono le norme del Codice con un patto di sangue, sposando ciascuno la figlia di un altro, quindi suddividono le giovani ‘prede’ in quattro gruppi: vittime, soldati, collaborazionisti, servitù. Nel Girone delle Manie, i Signori, eccitati dai racconti feticisti della Signora Vaccari, seviziano ripetutamente i ragazzi, fino a farli stare nudi a quattro zampe, latranti come cani, dando loro in pasto polenta riempita di chiodi. Nel Girone della Merda, affidato alle perversioni anali della Signora Maggi, le vittime apprendono l’arte di farsi sodomizzare con gratitudine e partecipano a un pantagruelico pranzo la cui portata principale è costituita dalle proprie feci. Nel Girone del Sangue, instillando un meccanismo di mutua delazione tra i ragazzi, i Signori designano le vittime dello strazio finale. In un’orgia di efferatezze e riti profani, tra torture, sevizie, amputazioni e uccisioni perpetrate sulla base di una sorta di dantesca pena del contrappasso, Signori e collaborazionisti si cimentano in balletti isterici e atti di sesso necrofilo. Mentre la carneficina è in corso, due giovani guardie, sulle note d’una canzonetta trasmessa dalla radio, accennano timidamente qualche passo di valzer, parlano del mondo di fuori, delle ragazze che li aspettano, della vita.
Martedì 31 gennaio, ore 21.30
ingresso 3,00 euro