la pecora nera
Cento sono i cancelli che separano il manicomio dal resto del mondo: fatti i “primi” novantanove oltrepassare l’ultimo è praticamente impossibile, anche se si vive nei “favolosi anni Sessanta”, anche se si è solo bambini provenienti da famiglie assenti, e magari con un’immaginazione un po’ troppo fuori dal comune.
Ne La Pecora Nera follia e ragione camminano insieme nei 35 anni di vita di Nicola, interpretato dallo stesso Celestini, in un continuo sovrapporsi e togliersi spazio a vicenda, fino alla definitiva separazione, dove sarà un’etichetta arbitraria, affibbiata per convenzione e “benedizione” sociale, a togliere di mezzo il problema una volta per tutte.
Sullo sfondo mentre la Roma celebrata dalla dolce vita sfuma all’orizzonte con l’evanescenza di promesse inconsistenti, la sua periferia, fatta di baracche e gallinai altrettanto lggendari, si arma contro la fame e l’esclusione a gettate di palazzoni popolari e supermercati. Un po’ come Nicola, che si emancipa dalla miseria e insegue l’ordine e la normalità acquisendo piccoli ruoli di responsabilità all’interno dell’istituto dei pazzi. Un mondo a parte che però con il “di fuori” sembra avere più aspetti in comune di quanto si è soliti pensare. Un mondo dove addirittura ci si innamora, dove i sentimenti sono incondizionati perchè pazzi o anche pazzi perchè incondizionati, e dove la tenerezza è custodita e messa al riparo perchè salvata dalla paura.
Martedì 3 novembre, ore 21.30
ingresso 3,00 euro