Rivolta

La Nostra storia la raccontiamo noi

(…) La memoria del passato, qualsiasi memoria, non sostituisce la comprensione del presente, non induce di per sé ad operare a reagire, a coalizzarsi per non rassegnarsi. Tuttavia è straordinario scoprire, una volta abbattuto quel muro, quella nebbia che impedisce di vedere ciò che accadde -anche a chi ne fece esperienza- ebbene scoprire che ‘mutatis mutandis’ le versioni del mondo che confliggono, si assomigliano straordinariamente benché i luoghi, le condizioni di quel conflitto siano radicalmente mutati.
Non c’è nulla più del racconto diretto di una esperienza di vita, di più racconti intrecciati tra loro a ricostruire un contesto, il tessuto di una intera realtà, che induca a conoscere, a comprendere a risvegliare nel presente sensazioni, sentimenti e punti di vista intimamente connessi ad esperienze, sentimenti e riflessioni di un tempo passato. (…)

 

 

Otto ex “ragazzi del ’77” raccontano la propria storia, l’impegno sociale, la militanza politica, gli stili di vita, il commosso ricordo dei compagni caduti nella Bologna dei carri armati di Cossiga e del Compromesso Storico del PCI.

Nel 1977 muore Charlie Chaplin. Con lui, per qualcuno, la possibilità di avviare un percorso gentile – umano – verso la modernità.
Nel 1977 Bologna era la politica di organizzazione extraparlamentare, dei cani sciolti, della controcultura. Era l’arte emergente del fumetto, della performance, era l’informazione rinnovata delle radio libere e delle fanzine. Era la nuova istruzione possibile nelle aule del Dams. Una città laboratorio sul margine pretecnologico di un’Italia del tutto diversa da quella di oggi.
Quella stagione – passata nei giornali, o nelle corti di giustizia, come “anni di piombo” – patisce una descrizione assolutamente riduttiva e ingiusta. Furono anni assolutamente più ricchi di politica, di utopia, di desiderio, di progetti, che non di confronto armato.
Del 1977 ne hanno parlato pressoché solo i magistrati ed i giornalisti, veloci, spesso corrivi. Obliterando quell’esplosione, quella percezione dell’esistenza da soggetti metropolitani capaci di pensare, decidere, volere, desiderare, occupare il suolo pubblico. Di attribuire importanza alla propria vita e alla propria esistenza anche fisica e corporea. Di fare politica con il proprio corpo. Di fare Rivolta.

 

venerdì 6 giungo, ore 20.30 insieme al regista Maurizio “Gibo” Gibertini