Mangime per le macchine
L’Istituto Onorato Damen pubblica per la prima volta in Italia le poesie di Xu Lizhi, tradotte da Annamaria Lavecchia. Xu Lizhi è poeta-operaio cinese, suicida all’età di 24 anni. Oltre a lavorare in fabbrica, era un regolare collaboratore della rivista interna alla Foxconn di Shenzhen. Scriveva saggi, poesie e recensioni. I suoi versi, semplici e cupi, hanno trovato un pubblico più ampio solo dopo la sua morte. Sono stati i suoi colleghi a raccoglierli e a farli pubblicare sul quotidiano di Shenzhen, una metropoli della Cina meridionale da 15 milioni di abitanti. Le sue sono “parole che possono essere lette solo con il cuore dei lavoratori migranti”. Shenzhen è la città simbolo del miracolo economico cinese. Trent’anni fa era solo un paese di pescatori di fronte alla colonia britannica di Hong Kong. Oggi è una delle città più ricche della Cina. Il pil procapite nel 2013 era di 12mila euro, con una crescita che si stima intorno al 13 per cento all’anno. L’età media non raggiunge i 29 anni e il 95 per cento della popolazione fa parte dell’esercito dei migranti che si trasferisce in città in cerca di un futuro migliore. Sono ambiziosi e non sopportano l’idea di tornare a casa a seguito di un fallimento. Ma, come ha scritto Xu Lizhi, “una volta che entri in fabbrica, l’unica scelta che ti rimane è la sottomissione”.
sabato 30 aprile, ore 17.00